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Diarrea

La diarrea è un disturbo caratterizzato da un aumento dell'emissione della quantità giornaliera di feci (in genere >200 g) con diminuzione della loro consistenza e da un aumento della frequenza di scarica dell'alvo.

Diarrea

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La diarrea è un disturbo caratterizzato da un aumento dell'emissione della quantità giornaliera di feci (in genere >200 g) con diminuzione della loro consistenza e da un aumento della frequenza di scarica dell'alvo.

Caratteristiche 

La diarrea va differenziata da due condizioni: l'iperdefecazione (o pseudodiarrea) e l'incontinenza fecale.
Nel primo caso si ha un aumento della frequenza delle scariche ma il peso delle feci resta nella norma (<450 g).
Nell'incontinenza fecale, invece, si ha perdita di feci involontaria (favorita dalla presenza di feci liquide).

La diarrea non è propriamente una patologia, quanto piuttosto una disfunzione dovuta ad una reazione intestinale che può essere provocata da:

  • intolleranze, allergie alimentari o sostanze tossiche;
  • infezioni intestinali e/o lesioni di flora intestinale;
  • metaboliti di germi patogeni intestinali;
  • infiammazioni o lesioni intestinali per sostanze ingerite o processi intrinsechi.
  • processi psiconeurovegetativi (colon irritabile)

I sintomi che si accompagnano alla diarrea sono: dolore, tenesmo, incontinenza, presenza di muco, sangue o pus nelle feci. A livello sistemico si può avere: nausea, vomito, febbre, disidratazione, oliguria, ipotensione, tachicardia, tachipnea, crampi muscolari, anemia.

La diarrea viene distinta in acuta e cronica a seconda della durata del disturbo (meno di tre settimane per quella acuta ed almeno tre settimane per quella cronica). A questa distinzione se ne possono affiancare altre, basate sulla patologia di base (organica o funzionale), sulla sede della patologia (pancreas, colon, ecc.) e sul meccanismo fisiopatologico che ha portato al disturbo (diarrea secretoria, osmotica, infiammatoria o da alterata motilità).

Scala di Bristol
Scala di Bristol

Diarrea acuta 

È scatenata principalmente da agenti infettivi (nel 70 % dei casi), ma può essere dovuta anche all'uso di farmaci (es: chemioterapici), alla presenza di fecalomi, alla reintroduzione di cibi solidi dopo un periodo di digiuno, alle radiazioni ed ad altre condizioni patologiche (diverticolite, intossicazioni da metalli pesanti, ischemia intestinale, allergie od intolleranze).

I microrganismi che possono provocare diarrea acuta sono molteplici; tra essi vanno ricordati: Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Vibrio cholerae, Clostridium difficile, Campylobacter jejuni, Salmonella spp., Shigella spp., Giardia lamblia (o intestinalis), Entamoeba histolytica, Rotavirus, Adenovirus, alcune specie di elminti. La lista, comunque, è estremamente lunga.

La diarrea acuta da causa infettiva è un problema serio nei paesi in via di sviluppo in quanto si ritiene che causi, annualmente, la morte di almeno 4 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni. Queste patologie trovano un facile terreno di propagazione in aree con condizioni igienico-sanitarie precarie: mancanza di acqua potabile, affollamento, presenza di rifiuti non smaltiti, inadeguata cottura di alcuni cibi.

Alla diarrea da cause infettive si possono accompagnare altri sintomi, che dipendono dal tipo di microrganismo responsabile dello stato patologico. Si può avere nausea, vomito e febbre e la diarrea può essere acquosa o sanguinolenta. In caso di ingestione di alimenti che presentano tossine batteriche, generalmente, si ha vomito, nausea e dolore diffuso di tipo crampiforme ma non molto forte. La febbre, invece, è poco frequente.

I microrganismi in grado di invadere l'epitelio intestinale (Salmonella, Shigella, ecc.) o di produrre tossine citotossiche (Clostridium difficile) determinano dolore addominale e febbre elevata e diarrea sanguinolenta. I microrganismi che non invadono la mucosa intestinale (es: Giardia) o quelli che la invadono producendo scarsa infiammazione (virus) determinano per lo più diarrea acquosa.

Diarrea cronica 

Il più delle volte è dovuta alla presenza di sindrome del colon irritabile ma può essere dovuta alla presenza di morbo celiaco o di malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa). Ad esse si possono affiancare altre cause tra cui: gastroenterite eosinofila, radiazioni, insufficienza pancreatica, deficit di lattasi, sindrome dell'intestino corto, malattia di Whipple, sindrome da carcinoide, sindrome di Zollinger-Ellison, tumori o alterazioni del sistema endocrino, fecalomi, abuso di lassativi.
Nella diarrea cronica, oltre ai sintomi già presentati, si possono associare deficit nutrizionali dovuti od a malassorbimento od a consumo aumentato dei fattori in questione. I deficit nutrizionali possono essere sia generalizzati, che selettivi.

Diarree secretorie 

Sono caratterizzate da un volume fecale elevato in quanto si ha una notevole perdita di liquidi. Sono scatenate dalla presenza di sostanze endogene o esogene in grado di legarsi a recettori specifici situati sulla membrana delle cellule dell'epitelio intestinale. Ciò determina l'attivazione di cascate molecolari di vario tipo (a seconda del recettore coinvolto), che culminano nella fosforilazione di proteine di trasporto che aumentano la permeabilità della cellula al cloro (sezione apicale) ed al potassio (sezione basolaterale). La forte secrezione di cloro all'esterno costituisce la forza trainante per il richiamo di sodio, potassio ed acqua. Si verifica anche secrezione di bicarbonato, ma non è noto il meccanismo con cui ciò avvenga.
La perdita di sodio, cloro, bicarbonato, acqua e, in misura minore, di potassio può determinare disidratazione, acidosi metabolica ed alterazione del gap osmotico fecale (diminuzione). Il meccanismo fisiopatologico spiega anche perché queste diarree continuano anche se la persona digiuna (test del digiuno negativo).

Diarree osmotiche 

Le diarree osmotiche compaiono allorché l'osmolarità del lume intestinale supera di 50-100 mOsm/Kg quella plasmatica. Ciò fa sì che venga richiamata acqua dalle cellule, un processo opposto a quello che fisiologicamente avviene e che è dovuto all'assorbimento di sodio. Le cause di ciò sono dovute a malassorbimento di carboidrati, deficit di lattasi, uso di lassativi o di antiacidi contenenti magnesio.
La perdita d'acqua è inferiore a quella che si ha nelle diarree secretive ed il contenuto elettrolitico fecale è più basso rispetto alla norma, il che comporta un aumento del gap anionico. Una caratteristica tipica, invece, è il riscontro nelle feci di un aumento degli acidi grassi a catena corta e dell'acido lattico.
Diarree di questo tipo determinano alterazioni dell'equilibrio acido-base e degli elettroliti plasmatici poco significative. Il test del digiuno risulta essere positivo.

Diarree infiammatorie 

Sono caratterizzate da un danno della mucosa intestinale dovuto allo svilupparsi di un processo infiammatorio che può essere causato da svariati fattori: autoimmunità, ipersensibilità, infezioni, radiazioni, ischemia intestinale, farmaci. Tra le cause di diarrea infiammatoria vanno ricordate: il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa, il morbo celiaco, le allergie alimentari.
Il danno infiammatorio stimola le cellule staminali delle cripte intestinali le quali si moltiplicano e si differenziano. Esse, poi, vanno a rimpiazzare quelle perse ma, a differenza di quest'ultime, presentano una diminuzione dell'attività di alcuni enzimi e trasportatori di membrana. Le capacità secretive, invece, sono equivalenti alle cellule che sono state sostituite.
È da considerare, inoltre, che il processo patologico stimola l'invasione della lamina propria intestinale da parte di cellule della serie bianca (macrofagi, linfociti, ecc...), che producono fattori in grado di stimolare l'attività secretiva delle cripte (istamina, ossido nitrico, adenosina, serotonina, eicosanoidi ed altri).
Il risultato di ciò è lo svilupparsi di un tessuto con ridotte capacità assorbenti ed aumentate capacità secretive, il che genera lo sviluppo di diarrea. Se il danno infiammatorio continua, si possono formare anche ulcere cui segue formazione di un essudato, proveniente dai capillari, contenente proteine e sangue.
Come si può capire, le diarree infiammatorie sono di tipo misto, ovvero presentano sia i meccanismi delle diarree secretive che di quelle osmotiche. I meccanismi coinvolti nel loro sviluppo sono vari ma le specifiche sono differenti a seconda della malattia sottostante.
Dal punto di vista clinico si può avere febbre, dolore addominale, feci miste a muco, sangue e pus. Si possono sviluppare anche fenomeni di malassorbimento o deficit di nutrienti.

Diarree da alterata motilità intestinale 

Consistono in un aumento dell'attività propulsiva dell'intestino con conseguente diminuzione del tempo di transito dei nutrienti. La causa più frequente di questa condizione, che può, comunque, anche aggiungersi ai meccanismi patologici precedentemente presentati, è la sindrome del colon irritabile. Generalmente la sintomatologia di questa condizione compare con diarrea, a volte alternata a stipsi, cui si può aggiungere dolore addominale, presenza di muco nelle feci e tenesmo.
Altre condizioni che possono produrre questo tipo di diarrea sono, curiosamente, anche quelle che determinano una ostruzione del transito intestinale (fecalomi, tumori) in quanto si determina un iperafflusso di liquidi attorno all'area stenotica.
Anche condizioni che riducono la motilità intestinale possono determinare la comparsa di diarrea in quanto vi è la possibilità dell'aumento della presenza di batteri i quali possono deconiugare gli acidi biliari, bloccandone la funzione di assorbimento dei grassi. Il risultato di ciò è la comparsa di diarrea e steatorrea.
È da ricordare che varie malattie neurologiche determinano alterazione dei meccanismi di motilità intestinale con possibilità di comparsa di diarrea. Anche il forte stress può causare diarrea.

Terapia 

Come visto precedentemente, la diarrea è un espressione di un processo patologico sottostante che deve, pertanto, essere individuato e trattato. L'antidiarroico può essere quindi solo una misura palliativa finché l'organismo stesso o il terapista hanno potuto rimediare alla causa a monte. Spesso è controindicato l'intraprendere subito qualcosa: se si tratta di infezioni, l'intestino fa bene a liberarsi dei germi.

La diarrea disturba anzitutto l'equilibrio idro-elettrolitico (acqua e sali) dell'organismo e nelle persone con poche riserve di grassi in breve varia anche l'approvvigionamento energetico. Come pronto soccorso si ricorre, prima della somministrazione di antidiarroici, alla reintegrazione di liquidi, sali e zuccheri: bevande gassate a base di cola (liquidi, zuccheri e leggermente astringenti) e salatini (sodio, un po' di potassio) sono efficaci e piacciono ai bambini. Più efficaci ancora possono risultare brodi (animali o vegetali), e tisane (con miele in alternativa). Esistono anche soluzioni reidratanti orali contenenti elettroliti e glucosio. Nel caso in cui la persona presenti segni di disidratazione o sia assai defedata, si può ricorrere all'uso di soluzioni elettrolitiche per via endovenosa.
Qualora si ravvisino deficit nutrizionali è bene correggerli somministrando i fattori di cui l'organismo è deficiente.
In caso di diarrea acuta da infezione batterica la terapia tramite antibiotici è controversa in quanto tendono ad essere autolimitantesi e la diarrea stessa contribuisce a ridurre la carica microbica intestinale. Eventualmente si può far uso di probiotici. In alcuni casi, comunque, l'uso degli antibiotici può venir preso in cosiderazione in caso di diarrea persistente in cui si è riusciti ad identificare il microrganismo responsabile. Il ricorso agli antibiotici si rende necessario in persone immunodeficienti, con neoplasie, portatori di protesi ortopediche o vascolari.
L'uso degli antidiarroici (antimuscarinici ed altri) deve essere considerato con molta cautela, in quanto non agiscono a livello del processo patologico causale. Nel caso delle diarree di natura infettiva, poi, possono allungare la durata della malattia stessa nonché indurre complicanze che possono anche essere serie quali: perforazione intestinale, megacolon. Possono essere saltuariamente utilizzati in caso di malattia diverticolare o sindrome del colon irritabile. Sono comunque prodotti il cui uso è sconsigliato in bambini ed anziani.

Rimedi alimentari 

Oltre all'uso di medicinali è possibile tamponare o eliminare il disturbo variando l'alimentazione, preferendo carboidrati e proteine ed evitando latte e derivati ed alimenti ricchi di scorie, e mangiando carote, patate, mele crude, banane, limone, riso, carni scottate in padella e .
Anche se può sembrare strano un buon rimedio è rappresentato anche dalla Coca Cola.

Cura popolare fitoterapica 

Ogni diarrea provoca forti perdite d'acqua e sali minerali, specialmente di potassio. Vanno in ogni caso e immediatamente sostituiti quando si può. A diarrea guarita si sostituiscono, eventualmente, altri micronutrienti persi e si cura bene l'intestino maltrattato e la flora intestinale, con yogurt, OMNIFLORIN o altri preparati del genere (chiedere al farmacista).

 

  • Primo soccorso (per 2 - 3 giorni)

Rp. Sostituzione elettroliti (proposta WHO)

NaCI 3.5 (sale da cucina) 1/2 c.t.
Bicarbonato di sodio 2.5 (bicarbonato) 1/2 c.t.
Cloruro di potassio KCI 1.5 (p. e. REKAWAN) 1/4 c.t
Glucosio 20 (miele, saccarosio) 2 c.m.
Acqua H2O ad 1000 (oppure tisane).

D.S. q.s.. Questo è un medicamento/rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista. (Ricetta medica magistrale)
Se al momento non è fattibile per mancanza di sostanze, il brodo (animale o vegetale) è un ottimo sostituto. Gli zuccheri vanno presi a parte in forma di saccarosio, destrosio, miele, fruttosio con tisane. Per bambini allattati si usa unicamente il lattosio! (farmacia). Dieta!

 

  • secondo intervento (per altri 2 - 3 giorni)

Rp. Antidiarreico mite

Calc. carbonic. subt. pulv. 100 (Carbone attivato, assorbente di germi e sostanze nocive)

D. ad scat. S. 5! gr/dì. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista.

Rp. Antidiarreico per bambini

Fruct. vaccinium mirtillus siccae 100 (mirtilli essiccati: mite astringente intestinale)

D.S. decotto 10 c.m./dì in ricotta. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista.

Rp. Antidiarreico (motilità intestinale)

Xysmalobium undulatum (Uzara) (in gocce anche per bambini piccoli)

Questo è un medicamento/rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista.

 

  • terzo intervento: per chi non l'ha ancora fatto: consultare il medico

Rp. Antidiarreico potente

Tinct. Tormentillae 30 (tannina, astringenti, battericide, fungicide)
Tinct. Belladonnae 5 (miorilassante di muscolatura liscia)
Tinct. Carminativae ad 50 (sedativo intestinale)

D.S. 100 gtt./dì. Questo è un medicamento/rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista/erborista.

 

  • in reconvalescenza

Rp. Postdissenterico, dispeptico fermentativo

Succus ribes nigrum 1'000

D.S. 1 bicchiere durante i pasti (alimentare).

Rp. Ricostituente flora intestinale

Iogurt q.s.

D.S. q.s. (alimentare).

Rp. Ricostituente flora intestinale

spore battero Escherichia coli (E.coli) IP 5832 (p.e. BACTISUBTIL) q.s.
oppure altri germi probiotici (fecali)

D.S. q.s. Questo è un medicamento. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista.

Nel periodo in cui si ha un episodio di diarrea cronica è utile ovviare alla disidratazione con una buona quantità di liquidi. È però opportuno ricordare che l'acqua oligominerale o comunque priva di sali è assorbibile immediatamente dall'organismo, mentre i liquidi contenenti minerali lo sono meno. Per questo motivo in un primo momento è consigliabile bere acqua, mentre successivamente si potrà passare all'assunzione di bevande saline per riequilibrare l'equilibrio osmotico e la quantità di sali minerali.

Fonti 

Bibliografia 

Harrison: Principi di medicina interna. Quattordicesima edizione; McGraw-Hill Libri italia srl
Unigastro: Malattie dell'apparato digerente. A cura dell'Unigastro; Utet, Torino
Della Loggia, R (cur): Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici; OEMF 1993
Fintelman V. Weiss R.: Lehrbuch der Phytotherapie; Hippokrates 2002; ISBN 3-8304-5243-8

Voci correlate 

Collegamenti esterni 

 

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